Nel contesto della preparazione atletica l’alimentazione riveste un ruolo basilare e centrale.

 

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La prestazione non è data soltanto da tecnica, allenamento, talento, preparazione atletica. Noi viviamo di quello che introduciamo nel nostro corpo, quindi tutto è legato e dipendente da un’alimentazione corretta e adeguata, sia allo specifico momento che alle nostre esigenze particolari.

Prima di entrare nei dettagli, bisogna fare una premessa. Intorno al 1990 andavano di moda le intolleranze alimentari. Si pensava tutti di essere intolleranti alla farina, al lievito e al latte. Si facevano test più o meno scientifici per verificare tali intolleranze, ma poi si è visto che non davano la risposta assoluta. In seguito, circa nel 2000, sembrava tutti avessero la celiachia, per la quale peraltro esiste la predisposizione genetica, per cui o è presente già dalla prima infanzia oppure non può verificarsi una “mutazione genetica” responsabile di celiachia nell’adulto . Infine, negli ultimi 10 anni finalmente sembra si sia arrivati a capire quello che potrebbe essere alla base delle “intolleranze” e della “ celiachia”, e sarebbe la sensibilizzazione a zuccheri, carboidrati e amidi. Ciò è dovuto al fatto che viene usata una materia prima molto scadente dalla quale ricavare queste sostanze, cosicchè alla fine questi alimenti sono talmente raffinati che danno una stimolazione troppo violenta sul pancreas .

ZuccheriSacchetti

Farina00

Di conseguenza il pancreas libera in circolo insulina perfettamente funzionante, ma in quantità più elevata del normale. Ciò sottrae dal sangue gli zuccheri in modo tale che l’individuo va in ipoglicemia reattiva .

Questo è un punto da mettere bene in mente: zuccheri, carboidrati e amidi, provenienti da materia prima scadente, sono molto raffinati e danno una stimolazione violenta sul pancreas, che immette in circolo insulina perfettamente funzionante e in grande quantità, e da qui ne deriva l’ipoglicemia reattiva. 

PastaNo

Cosa significa ipoglicemia reattiva ?

Vuol dire che una persona, un atleta e, ancora peggio, un subacqueo, mangia, ad esempio, una brioche o delle fette biscottate con la marmellata, e a ciò aggiunge lo zucchero messo nel cappuccino perché “ha bisogno di zuccheri” ed è in procinto di uno sforzo fisico. In realtà, con questa alimentazione, per la mobilizzazione di tanta insulina, l’atleta va in ipoglicemia, con giramenti di testa, testa vuota, mancanza di concentrazione, senso di svenimento, sudorazione algida, brividi di freddo. Nel subacqueo ci sarà maggiore facilità all’insorgenza del BO (Black Out).

Ciò può accadere anche con un semplice e apparantemente sano piatto di pasta all’olio, dove la reazione sarà la stessa.

Allora come si può rimediare a questa sgradevole situazione?

Molto semplice: introducendo proteine. Di seguito un esempio di alimentazione con inserimento del giusto quantitativo di proteine per il controllo della glicemia.

Colazione

Pane, poco, con prosciutto crudo, o bresaola, o speck, uova, formaggio di pecora, non più di 2 volte la settimana, tonno sott’olio, salmone.

Pranzo e cena

Pasta, da grani italiani e da farine non raffinatissime. Ciò si capisce dal tempo di cottura della pasta, che deve essere dagli 11 minuti in su, quindi da evitare tutte le altre paste con tempi di cottura inferiori. Ad esempio, pasta Rummo, De Cecco, Voiello, Fior Fiore Coop. Queste dovranno essere abbinate a proteine di facile digeribilità. Una pasta alla carbonara, se fatta in modo corretto, va benissimo e risponde alle esigenze di bilanciare i carboidrati con le proteine.

PastaOK

Tra l’altro, se c’è questa sensibilizzazione a zuccheri, carboidrati e amidi, oltre i sintomi elencati in precedenza, può essere presente meteorismo rilevante dovuto a disbiosi e quindi a fermentazioni e putrefazioni, che per un subacqueo significa avere il diaframma spostato in alto e meno mobile.

Quindi per il subacqueo avere sensibilizzazione a zuccheri, carboidrati e amidi significa malesseri da ipoglicemia reattiva fino al BO, e minore efficacia nella funzione respiratoria.

 

Dr.ssa Maria Silvia Amaddii

Medico Chirurgo

Specialista in Medicina dello Sport

Medico Federale F.I.P.S.A.S.

Master di II Livello in Medicina Subacquea ed Iperbarica P.G.Data

Medico delle Nazionali Italiane di Apnea Indoor e Outdoor, prime classificate per numero di medaglie negli ultimi Campionati Mondiali ed Europei di entrambe le discipline.

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